Elena Fioraso, dietista, si racconta a Midori
Elena Fioraso, dietista e collaboratrice per progetti finanziati dall’Associazione Midori, ha scelto di raccontarsi.
Da quando è iniziata la sua collaborazione con Midori quali sono stati o sono i progetti che l’hanno coinvolta?
Sono stata contattata dalla Presidente Antonella Cornale che mi ha proposto di collaborare. Midori la conoscevo perchè avevo chiesto di fare tirocinio al Centro Provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Vicenza e lì l’ho scoperta. Ho seguito in tutto tre progetti da agosto 2021, in supporto ai due dietisti che già c’erano.
Il primo progetto che ho seguito (finanziato con risorse del 5×1000) mi ha impegnata al day hospital e in ambulatorio, a seguito del notevole aumento dei casi (situazione aggravata dagli effetti post-Covid).
Nel secondo è stato finanziato dalla Chiesa Valdese e si è concluso a dicembre 2022, il mio lavoro consisteva nella gestione dei pasti a domicilio, ossia l’assistenza durante i pasti con l’aiuto e l’affiancamento anche della psicologa.
Il terzo e ultimo progetto (finanziato con una donazione) si è reso necessario per coprire provvisoriamente la sostituzione di una dietista; sempre al day hospital ma anche al bisogno per alcune visite ambulatoriali.
Come ha vissuto questi incarichi e cosa le hanno portato a livello personale e professionale?
Mi ha fatto molto piacere la proposta di rinnovare la collaborazione.
Nei disturbi alimentari si vedono spesso situazioni molto difficili e si ha a che fare con ragazzi a volte anche molto giovani, principalmente dai 12 ai 19 anni.
Purtroppo non si tratta di intervenire su una semplice patologia, ma di situazioni più complicate che coinvolgono a 360° la persona.
In questo senso, rispetto agli altri centri privati in cui ho esercitato, ho avuto la possibilità di lavorare in equipe e conoscere anche il lavoro di altre figure, perchè ogni singolo ragazzo è preso in carico da diversi professionisti.
Ci sono tante persone che collaborano per lo stesso caso.
L’Associazione Midori cerca di essere in prima linea nella sensibilizzazione dei disturbi alimentari e nel supporto al Centro DCA, secondo la sua esperienza com’è cambiata la conoscenza di queste patologie?
Rispetto ad anni fa, quando i disturbi alimentari non erano considerati come una malattia, c’è molta più ricerca del problema e informazione anche attraverso le scuole.
Il covid e l’emergenza sanitaria hanno causato una crescita esponenziale dei casi, quindi l’attenzione si è inevitabilmente alzata.
In questi ultimi tempi, poi, si è abbassata tanto l’età media di insorgenza, ma forse questo dipende anche dal fatto che adesso c’è più consapevolezza e quindi ci si accorge prima.
Un consiglio e un augurio per l’Associazione Midori
Per me Antonella e tutti i volontari stanno facendo un ottimo lavoro, sono molto preparati.
La mia speranza e l’augurio è che riescano ad avere sempre più fondi e a farsi conoscere di più così da riuscire a portare avanti tante attività di informazione e sensibilizzazione.