Abbiamo chiesto alla dr.ssa Alessandra Sala, responsabile del CDA dell’ULSS8 Berica, che ringraziamo, un contributo per comprendere l’articolata delibera approvata dalla Giunta regionale del Veneto l’8 aprile u.s. con la quale è stato definito un nuovo modello organizzativo e gestionale dell’area salute mentale.
Con la DGR n. 371 del 08 aprile 2022 la Regione Veneto si propone di presentare un nuovo modello organizzativo e gestionale dell’area salute mentale, mettendo in evidenza quello che sappiamo essere il frutto di un lavoro iniziato da molti anni e sostenuto da associazioni, gruppi di interesse, addetti ai lavori che hanno cercato di dar voce ai bisogni di un territorio complesso e messo a dura prova dalla pandemia.
Sono diversi gli ambiti presi in esame nel documento: attività territoriale, reparti ospedalieri, semiresidenzialità e residenzialità, nonché aree di particolare importanza come quelle di confine (disabilità, dipendenze, ecc…), di nuovo interesse come quella della telemedicina e della salute mentale nell’età di transizione, o di intervento sulla rete (rapporto con le associazioni e il privato). Viene anche citata la rete sovrazonale dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione che tanto è stata messa a dura prova per richieste cresciute in modo esponenziale degli ultimi anni. Gli obbiettivi indicati saranno da attuarsi nell’arco di un triennio: coordinare e integrare i vari setting assistenziali, dare risposte al cambiamento della domanda di cura a ai nuovi bisogni emergenti, potenziare il raccordo tra rete formale e informale, aumentare le risorse dei Centri di Salute Mentale implementando la rete di primo livello e potenziando le cure domiciliari.
Rimangono da approfondire diversi aspetti e sarà necessario che gli addetti ai lavori e le associazioni pongano attenzione ai tempi e alle modalità di attuazione di quanto previsto, tenendo conto che la delibera rimanda all’istituzione di diversi gruppi di lavoro per l’operatività nei vari ambiti menzionati.
Si parla ad esempio di ricovero ospedaliero per i minori, tema di scottante attualità considerato l’incremento significativo di richieste degli ultimi due anni: viene ribadita la necessità di istituire posti letto, ma non possiamo non ricordare che la stessa dotazione, già prevista dal Piano Socio Sanitario 2019-2023, non è stata ancora attuata.
Tema cruciale è quello del personale, delle cui carenze abbiamo ogni giorno esperienza in molti ambiti sanitari e che vede la nostra regione posizionarsi tra le ultime in Italia. La prevista assunzione di psicologi, assistenti sociali e terapisti della riabilitazione viene considerata ancora al di sotto degli standard nazionali e da taluni è criticata in quanto volta a sopperire la cronica mancanza di medici.
Di fatto per la prima volta dopo molti anni si punta ad allargare le assunzioni a figure professionali di cruciale importanza nell’ambito della salute mentale, che potranno implementare il lavoro psicosociale, educativo e preventivo, ambiti che attualmente sono spesso trascurati a favore di un’impostazione prevalentemente medicalizzata. Ci auguriamo che l’apposito gruppo di lavoro arrivi a definire standard realmente all’altezza di una sanità moderna e che operi a favore in un investimento strutturale da parte della Regione, al di là del finanziamento ministeriale triennale previsto dal decreto.
Ci troviamo particolarmente in sintonia con la decisione di istituire in ogni DSM una unità operativa dedicata a infanzia ed adolescenza, ambito che in cui i DA rientrano appieno e per i quali è già riconosciuta e in atto una modalità di lavoro che considera imprescindibile la continuità di cure tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Per quanto concerne i DSM ricordiamo che esistono già esperienze significative in alcuni territori, tra cui l’ovest vicentino, che fino a pochi anni fa aveva istituito un servizio dedicato all’adolescenza, gestito da un gruppo di lavoro multidisciplinare e integrato con operatori provenienti da diversi servizi dell’Aulss.
Altro teme delicato è quello della collaborazione con le case di cura private per la riabilitazione post acuzie. Se nel campo del trattamento per i DA abbiamo sicuramente esempi virtuosi di collaborazione in cui il privato a tutti gli effetti e da molti anni rientra della rete delle strutture per la diagnosi, la cura e la riabilitazione di questi disturbi e partecipa ai percorsi formativi ed organizzativi a livello regionale, sarà importante proseguire il lavoro in questo ambito per avere una sempre maggior chiarezza sulle liste d’attesa ed in generale sui percorsi tra pubblico e privato.
Il documento si conclude con l’annuncio di una Conferenza regionale per la Salute Mentale propedeutica alla definizione di un nuovo Progetto Obiettivo regionale, lavoro impegnativo ma necessario a cui saremo tutti chiamati a dare un contributo.