TESTIMONIANZE

Di solito non parlo della mia storia, perché sono una persona riservata ed ancora un po’ fragile, ma stavolta lo faccio perché credo nel progetto di Midori, ed anche io a modo mio voglio contribuire, e quindi ho pensato che raccontandovi un po’ di me, forse aiuterò qualcuno …. e quindi ci provo.

Nel periodo della mia adolescenza ero una ragazzina come tante, che stava conoscendo il mondo, e lo stavo sperimentando anche con le trasgressioni.  Ad un certo punto però ho iniziato a mangiare sempre di più. Ho avuto la sfortuna di perdere il papà molto presto e la sua figura mi è mancata molto. Non so, se ci fosse stato, se sarebbe cambiato qualcosa, forse no.

Il disturbo alimentare stava già galoppando dentro di me ed io ero sempre più insicura.

Ho lasciato le scuole superiori perché non riuscivo a studiare, a frequentare…. E’ passato del tempo ed io peggioravo e quindi mi hanno ricoverata in day hospital a Villa Margherita.

Lì ho realizzato che dovevo finire le superiori, con sacrificio sono riuscita a diplomarmi frequentando le scuole serali… ci tengo a sottolineare questo fatto perché anche se per un po’ di tempo si mette la propria vita in stand-by (scuola, lavoro…) per curarsi, non è tempo perso!!!

Poi ho deciso di andare lontana da tutti.  Sono andata via, via da tutto, e sono andata all’estero e lì ho vissuto quasi un anno, mentre sprofondavo sempre più in un vortice di depressione e sono arrivata a stare malissimo.

Un giorno però, mi si è presentata davanti mia mamma e con un coraggio ed una determinazione enormi, mi ha detto “ora tu vieni a casa con me!”.

Per questo la ringrazierò a vita, perché avevo toccato il fondo e se lei non fosse venuta a prendermi,….ora non so dove e come sarei. Da sola non ce l’avrei mai fatta a ritornare a casa.

Nel frattempo passavo dalla bulimia all’anoressia e questo ha complicato le cose. Ho fatto quindi un secondo ricovero, sempre in struttura e lì è accaduta la cosa che ha cambiato la mia vita.

Sono stata notata da un ragazzo che veniva a trovare altri ospiti, il quale con un bigliettino come si faceva una volta, mi ha fatto sapere che voleva conoscermi. Subito non ci ho creduto, pensavo si burlasse di me, ma poi, ho accettato.
E’ stata la svolta. Il suo amore mi ha dato la forza e il coraggio di impegnarmi per stare bene.

Nonostante ciò ho avuto bisogno di un ulteriore ricovero, molto più lungo in un’altra struttura. Ma “Lui” è sempre stato al mio fianco, ed io non gli ho mai nascosto nulla, anzi gli ho detto chiaramente che non sapevo se sarei stata in grado di stare meglio….ma.. LUI E’STATO ED E’ IL MIO PRINCIPE AZZURRO!!

Dopo le dimissioni, siamo andati a vivere assieme, e poco dopo è nata la nostra bimba meravigliosa. Se me lo avessero predetto anni fa, non ci avrei creduto assolutamente.

A mia mamma ancora oggi sono grata infinitamente, per non avermi mai abbandonata (nonostante le varie difficoltà nel crescere da sola due figli), per avermi sempre donato il suo amore incondizionato e per essersi intestardita nel volermi curare a tutti i costi.

Non so cosa mi è accaduto, so che il disturbo è arrivato dentro di me, e mi stava distruggendo. Quando ci ripenso mi viene ancora da piangere e mi emoziono, ma con tanta fatica, sono riuscita a venirne fuori.

Ho un lavoro che mi espone ogni giorno anche al giudizio degli altri, ma riesco a farmelo scivolare via, e quando qualcuno mi fa qualche battuta, riesco a sorriderci su.

Sono grata anche ai miei terapeuti, perché confermo se mai ce ne fosse bisogno, che senza cure appropriate, non se ne esce.

Ogni tanto anche io ho le mie giornate no, in cui mi viene spontaneo ripensare a certi comportamenti sbagliati a cui aggrapparmi, ma poi.. non lo faccio perché so a chi chiedere aiuto senza farmi male.

Un giorno forse racconterò la mia storia anche a mia figlia…intanto me la godo e mi si riempie il cuore di gioia quando la guardo.

Chiudo questa mia testimonianza, con un messaggio per i genitori che stanno vivendo situazioni simili alla mia… ”ricordatevi noi non siamo la malattia, anche se non lo dimostriamo abbiamo tanto tanto bisogno di voi, soprattutto del vostro amore”.

Con tanta emozione e commozione condividiamo la testimonianza di Francesca.

Quando è un adulto a soffrire di disturbi alimentari, sembra ancora più impossibile che possa accadere, dal di fuori nessuno se ne accorge, perché l’adulto riesce a creare ancora meglio situazioni e giustificazioni che nascondono il disagio.
Trovare quindi la forza ed il coraggio di farsi aiutare è una conquista incredibile.
Francesca è arrivata a noi, che ci conosceva già, ed in un giorno particolare ha sentito dentro di sé che voleva vivere e darsi una opportunità.
Ecco l’invito che vi facciamo, nel leggere questo breve messaggio è quello di provare a guardare con occhi diversi chi vi sta accanto, quelli della speranza con la mano tesa.
Forza Francesca!!!!


Cosa mi ha spinto a fare il primo passo? La prima parola che mi viene in mente è tristezza  nell’osservare la vita che conduco – perché il percorso lo devo ancora iniziare.

Passo il tempo a progettare uno stile di vita perfetto, impeccabile che per un certo periodo riesco anche a sostenere, illudendomi di controllare tutto – corpo, emozioni, reazioni. Perché quello che vorrei sarebbe essere una figlia, fidanzata, amica… perfetta, ma poi qualcosa va storti e arriva LEI: l’ansia che viene soffocata con l’ingestione di cibo in grandi quantità.
Il cibo funge da cancellino, sembra eliminare completamente l’emozione negativa che mi tormenta. Ma poi? Il ciclo riparte ancora e ancora in modo infinito.
Osservandomi, mi sono resa conto che tutto questo mi impedisce di godermi la vita, mi blocca e mi fa soffrire.
Nello stesso tempo pero sono consapevole che da sola non ne posso venirne fuori, non perché non sia abbastanza forte, ma perché mi mancano qli strumenti per fermare questo meccanismo.
Per questo ho decido di rivolgermi a Midori. Per avere delle informazioni  su come muovermi e a che porte bussare per riuscire a togliermi questo peso che non mi permette di vivere.

Anna nella settimana del fiocchetto lilla ci dona i suoi pensieri, affinché possano aiutare le persone ma soprattutto i familiari a capire ed accogliere la sofferenza, ma anche la rinascita da un disturbo alimentare.
Lei ci sta provando.
Grazie Anna!


…E poi succede che ti ci ritrovi dentro senza accorgertene. Non per scelta tua, purtroppo, ma ormai ci sei dentro. La cosa più assurda? che sta solo a te trovare il modo di uscirne.

Che poi non è vero quel che si dice: che “è una tua scelta”, che “con un po’ di forza di volontà in più ce la fai”, o che “è solo una questione di cibo”.

Ahimè è tutto molto più complicato di così.

È una lotta tra te e te, perché devi continuamente andare contro quello che ti dice la testa.

Ho imparato che è un percorso lungo e che ci vuole tempo, tanto.

Che bisogna accettare anche i momenti no e che non ci si può sentire sempre al centro per cento.

Che l’aiuto degli altri fa tanto ma alla fine devi fare affidamento solo su te stessa per riuscire a guarire.

Tempo fa ho letto una frase: “La relazione che hai con te stesso è la più complicata, perché non c’è l’opzione di andarsene. Devi trovare il modo di perdonarti nonostante i tuoi errori e amarti nonostante i tuoi difetti”

E niente, volevo solo portare un po’ di autenticità in una società che ci ha abituati a mostrare solo il bello, quando invece c’è anche altro. L’altro lato scomodo che cerchiamo di nascondere. Lo stesso però ci rende persone normali, con i nostri problemi di tutti i giorni e le nostre battaglie.

Auguro a chiunque di superare le proprie

Ciao, torno alle mie cose 🙂